Dolce quarantena: torta al pistacchio

Seconda, e spero ultima, puntata della rubrica: “Ricette da coronavirus” (potrebbe essere un’idea per Justice TV, sempre che esista ancora). Ancora una volta propongo un dolce, meno esotico dei pasteis de nata ma altrettanto gustoso, e forse pure un po’ più semplice: di sicuro più leggero.

La ricetta della torta al pistacchio me l’ha girata l’amica Chiara qualche mese fa: di base è una ricetta vegana ma io ho sostituito alcuni ingredienti (latte di soia e cremor tartaro, quest’ultimo non ho capito che cosa fosse) con i “corrispondenti” non-vegani per non doverli comprare apposta. Ecco la lista completa:

  • 230 g di farina tipo 2
  • 70 g di pistacchi sgusciati (non so a quanto corrispondano in “pistacchi col guscio”)
  • 100 g di zucchero (io uso quello semolato, va benissimo anche quello di canna)
  • 200 ml di latte
  • 40 g di crema di pistacchi
  • una bustina di lievito
  • 35 g di olio di semi di girasole

Il costo totale si aggira approssimativamente sui 4 Euro, ma ovviamente se dovete acquistare gli ingredienti ne prenderete quantità maggiori, dunque preparatevi a spenderne una dozzina, un terzo dei quali per la crema al pistacchio.

Cominciamo con i pistacchi: se li avete comprati con il guscio, sgusciateli (ci metterete un sacco di tempo: magari nel frattempo guardatevi una puntata della vostra serie TV preferita); poi divideteli in due gruppi, approssimativamente due terzi e un terzo. Il gruppo più piccolo potete per il momento lasciarlo da parte, quello più grande mettetelo nel tritatutto e tritatelo il più fine possibile, in modo da ricavarne circa 40 grammi di “farina” di pistacchio.

Versatela in una ciotola insieme alla farina tipo 2 (non ho idea del perché si usi proprio questa, io mi sono fidato), allo zucchero e al lievito e mescolate il tutto. Quindi aggiungete il latte, la crema di pistacchi e l’olio di semi e continuate a mescolare fino a ottenere un composto omogeneo.

Versate il composto nella tortiera: per rispetto verso lo spirito originale vegano della ricetta evitate di imburrarla, potete ad esempio rivestirla di carta da forno, come ho fatto io – in questo modo non avrete sfruttato alcuna mucca, ma solo i lavoratori della Cuki (scherzo, sia chiaro: e poi comunque anche il burro è prodotto dello sfruttamento di lavoratori, oltre che dei bovini).

Scommetto che vi eravate dimenticati dell’altro mucchietto di pistacchi! Recuperateli e tritateli grossolanamente: con un coltello oppure con un colpetto di MultiQuick: distribuite la granella sul composto che avete già versato e abbiamo finito. Il resto del lavoro lo farà il forno.

Tempo totale, senza contare lo sgusciamento dei pistacchi: non più di un quarto d’ora.

Una quarantina di minuti scarsi nel forno statico a 180° (controllate ogni tanto che non si bruciacchi troppo la granella di pistacchi) ed ecco la vostra torta. Volendo strafare, una volta raffreddata potete tagliarla a metà longitudinalmente e spalmare nel mezzo dell’ulteriore crema al pistacchio: certo che dovete proprio essere senza ritegno…

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