L’ultimo sguardo all’Australia

Nell’ultimo giorno di agosto, ormai vincolato alla mia scrivania, mi concedo un ultimo sguardo indietro al viaggio indimenticabile appena concluso.

Siccome non mi fido di Zuckerberg, ho raccolto in un unico post, qui, il diario australiano che ho pubblicato a puntate su Facebook nelle scorse settimane.

Prima di archiviare questa memorabile estate, ecco alcuni appunti conclusivi, che magari potranno essere di spunto a qualche lettore che volesse a sua volta trascorrere del tempo in Australia.

Innanzitutto, alcune esperienze che è davvero valsa la pena fare, in ordine cronologico:

  • la gita a Phillip Island, ottimamente organizzata da Go West Tours;
  • i tre giorni in auto da Melbourne a Kangaroo Island lungo la Great Ocean Road e oltre (per chi non ama guidare, Go West organizza anche gite di un giorno ai Dodici Apostoli);
  • il tour serale con Luca Lovison a Kangaroo Island alla scoperta della fauna selvatica;
  • la degustazione di vini nella cantina Wirra Wirra nella McLaren Vale (o in un’altra delle splendide cantine della zona);
  • la giornata al Cleland Wildlife Park vicino ad Adelaide con annesso abbraccio al koala;
  • l’osservazione guidata del cielo notturno ad Ayers Rock;
  • la serata a teatro alla Sydney Opera House;
  • la gita domenicale in traghetto a Watsons Bay, Sydney, con annesso pranzo da Doyles on the Beach;
  • il viaggio in cabinovia a Kuranda, nella foresta pluviale tropicale, con la Skyrail Forest Cableway (e il ritorno in treno sulla Scenic Railway);
  • la gita a Rottnest Island in bicicletta.

Due letture in particolare sono state la perfetta “colonna sonora” di questo viaggio:

  • Peter Carey, Molto lontano da casa: racconto a due voci di una fantastica corsa in macchina nell’Australia dei primi Anni Cinquanta, che è allo stesso tempo un viaggio intimo nell’anima più nera e recondita del continente;
  • Bruce Chatwin, Le vie dei canti: uno dei grandi classici della narrativa di viaggio, alla scoperta dell’essenza della cultura, del pensiero e della spiritualità del popolo aborigeno e dei suoi rapporti con i coloni che gli hanno sottratto la terra, e l’anima.

Basta, è ora di chiudere l’album. Domani è settembre.

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