Venerdì santo

E niente, io il venerdì santo non riesco a non pensare alla prima volta che andai allo stadio.

Era il 14 aprile 1995, la partita era Atalanta – Udinese, girone di ritorno del campionato di Serie B, e non so come fosse venuta fuori quest’idea di andare a vederla, per giunta portando con noi Roberto Ghislandi, all’epoca (parliamo della fine della quinta ginnasio) mio amico e mentore. Chissà se se lo ricorda pure lui quel pomeriggio.

La Serie B quell’anno giocava normalmente la domenica, tranne una partita che veniva anticipata per ragioni televisive al sabato sera. Ma chiaramente non si poteva giocare la domenica di Pasqua, per cui tutta la giornata era stata spostata al sabato, con l’anticipo, Atalanta-Udinese, previsto il venerdì sera.

Apriti cielo! La sera del venerdì santo la comunità bergamasca era chiamata a riunirsi nelle parrocchie per la Via Crucis: come si permetteva il calcio di distrarre i fedeli dai propri obblighi verso il Cristo appena morto? Queste erano state le lamentele della curia bergamasca non appena era stato ufficializzato il calendario, con l’autorevole megafono dell’Eco di Bergamo a fare ulteriore pressione sulla società, la Lega di Serie B e il detentore dei diritti televisivi TelePiù.

D’altra parte, TelePiù aveva pagato fior di soldi per i diritti tv della Serie B e non era certo disposta a rinunciare a cuor leggero a trasmettere in una serata “libera” proprio una delle partite di cartello del campionato. Così a sua volta tirava per la giacchetta la Lega e le due squadre, minacciando di mettere in mezzo gli avvocati.

Siccome la religione va bene, ma i soldi pure, un compromesso alla fine venne trovato: la partita si sarebbe giocata il venerdì pomeriggio. Così i bergamaschi avrebbero potuto andare allo stadio e anche alla Via Crucis.

Ed eccoci allo stadio. La mia prima volta allo stadio! Della partita in sé ricordo il risultato – un bel 2-0 senza troppe discussioni – e una buona prova del promettente diciottenne Tomas Locatelli, uno che infatti l’anno dopo sarebbe andato al Milan (col senno di poi, forse non la scelta migliore per la sua carriera).

Chissà, magari fu proprio lui, alla fine del primo tempo, a sbagliare un passaggio o a perdere un pallone: i dettagli non me li ricordo. Nulla di gravissimo comunque, ma abbastanza per provocare il commento stizzito di un anziano seduto vicino a me – questo sì che me lo ricordo bene: “Porco D..! Mi fanno bestemmiare anche il giorno che l’è morto il Signur!“.

Mi piace pensare che il Signore abbia preso la cosa sportivamente.

Condividete se vi piace!

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.