Han giurato

Han giurato. E niente, prima è stata tutta una grande finta e ci siamo cascati in tanti, io per primo. Lega e M5S hanno finto di voler fare un governo anti-europeista. Mattarella ha finto di non voler farglielo fare, con lo spauracchio dello spread. Banche e agenzie di rating internazionali hanno finto di minacciare di triplicare gli interessi sul debito pubblico italiano che posseggono. Salvini e Di Maio hanno finto di non voler più governare.

Alla fine sono tutti contenti: i mercati internazionali e il loro portavoce, il presidente della Repubblica italiana, hanno dato un segnale inequivocabile al nuovo governo, mentre Salvini e Di Maio si sono affrettati a giurare fedeltà alla Costituzione e alla Banca centrale europea.

Han giurato, e visto dall’esterno, sia pure con occhio assolutamente parziale, questo governo sembra frutto di un accordo tra un partito di malvagi determinati a rendere più difficile la vita della povera gente e un gruppo di sprovveduti determinati soltanto a stare al governo il più a lungo possibile, costi quel che costi. Un mix pericolosissimo, tanto più che, per la prima volta dopo anni, questo governo nasce con un consenso popolare di massa, per quanto estremamente mal riposto.

Semplificando al massimo, ecco come penso che andrà nel prossimo futuro. Ci aspettano mesi in cui per le fasce più deboli della nostra società la vita sarà durissima: la Lega realizzerà senza grossi problemi quella parte del suo programma che prevede maggiore repressione, maggiore sfruttamento e maggiore disuguaglianza. L’omicidio brutale di Soumaila Sacko in Calabria segue di poche ore l’avvertimento di Matteo Salvini che per i migranti “la pacchia è finita” ed è la più chiara esemplificazione di che cosa significhino queste parole, al netto del “pensiero” alla vittima dedicato dal premier Giuseppe Conte in Parlamento. Per quanto riguarda i diritti civili valgono le posizioni esplicite del neo-ministro della famiglia Lorenzo Fontana sulle coppie omosessuali e sull’aborto. Completa il quadro delle disuguaglianze il progetto di riforma fiscale tra flat tax e aumento dell’IVA.

Qualche modifica di facciata al Jobs Act e alle altre pessime riforme del governo Renzi verrà presentata dagli esponenti del Movimento 5 Stelle, anche grazie ai finti strepiti della stampa prezzolata da Confindustria, come conquista epocale tale da giustificare l’indesiderata coabitazione con la Lega. Ogni tanto qualcuno si dissocerà da questa o quella misura o dichiarazione particolarmente indifendibile dei ministri leghisti, ma essenzialmente quelli del M5S ingoieranno ogni rospo pur di rimanere al governo.

Il primo rospo d’altra parte gliel’ha servito Mattarella, ancora caldo che ancora muoveva le zampette: solo per potersi sedere al tavolo del governo, Di Maio e soci hanno dovuto abiurare ogni passata velleità di ostacolare i piani della Banca centrale europea. Dalla facciata della sede nazionale della Lega, giusto dietro casa mia, è sparita perfino la scritta “Basta €uro” che vi campeggiava da anni a caratteri cubitali. Adesso la linea dei gialloverdi è che andranno a Bruxelles a “contrattare” per ottenere condizioni migliori per l’Italia: l’ultimo che se n’è uscì con questa bella pensata fu Alexis Tsipras che, come si suol dire, andò per suonare e fu suonato.

La verità, piaccia o non piaccia, è che nessuna politica di redistribuzione e di sostegno ai redditi più bassi, per quanto blanda, può essere portata avanti senza infrangere il vincolo del pareggio di bilancio e tutti gli altri paletti imposti dall’Unione Europea. E non c’è spazio per nessuna trattativa: le lacrime e il sangue dei lavoratori e dei pensionati sono gli ingredienti essenziali dell’Unione Europea, per poterli anche soltanto alleviare è necessario uscirne.

Come giustificherà il Movimento 5 Stelle l’impossibilità di realizzare gran parte delle sue promesse elettorali? Probabilmente con la necessità di scendere a compromessi con i soci (non chiamiamoli alleati!) di governo, sicuramente con l’impossibilità di rompere con l’UE. Ma le parole non basteranno più stavolta: tanti tra chi li ha votati, lavoratori, disoccupati, pensionati, esasperati dallo stato delle cose, lo hanno fatto in un estremo tentativo di trovare un’alternativa reale. Senza un vero radicamento sociale, senza un’idea forte (a differenza, in entrambi i casi, della Lega), una volta scoperto che si tratta di un’arma-giocattolo, un coltello con la lama di plastica retrattile, gli elettori del M5S lo butteranno via come le cose che non servono più.

Han giurato. Ma siamo noi soffermati sull’arida sponda, ad aspettare che passi il loro cadavere politico. Mentre attendiamo, dobbiamo lavorare fin da subito per costruire uno strumento che possa essere davvero utile, e percepito come tale, per cambiare in meglio le condizioni di vita dei più deboli.

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