Cari Testimoni di Geova… (evoluzionismo vs. creazionismo) – seconda parte

Mentre osservo con soddisfazione che si è accesa la discussione sulla prima parte della mia lettera ai Testimoni di Geova, ecco come promesso la seconda parte, dedicata tra l’altro alla questione dell’evoluzione dell’essere umano. Ma insomma, discendiamo o no dalla scimmia?

SPOILER

Sì.


Lo stesso principio di “necessità” mi pare presiedere a tutti i grandi snodi dell’evoluzione: l’avvento delle cellule eucariotiche, la fotosintesi, la riproduzione sessuata, etc.. In generale, trovo utile a comprendere il carattere non casuale (ma non per questo “divino”) dell’evoluzione l’idea che questa non sia il prodotto di fatti isolati (se così fosse, la sua probabilità sarebbe davvero prossima allo zero) bensì il risultato di una costante e complessa interazione tra diversi fattori: non solo l’infinito numero di mutazioni genetiche tra gli organismi viventi, ma anche i continui cambiamenti nell’ambiente (ad esempio la variazione del livello del mare, la salinità dell’acqua, la circolazione delle correnti oceaniche, etc.).

Anche per quanto riguarda l’evoluzione delle specie, l’opuscolo presenta una versione estremamente incompleta della teoria evoluzionista, tacendo l’esistenza di spiegazioni in grado di dar conto di fenomeni quali l’Esplosione Cambriana, che pure certamente contraddicono la teoria classica darwiniana. È scritto infatti (pag. 26) che “due concetti fondamentali dell’evoluzione, ovvero che le forme di vita abbiano un’origine comune e che nuove caratteristiche anatomiche compaiano in seguito al lento accumularsi di piccoli cambiamenti, sono messi in discussione”.

Ora, quanto all’origine comune delle forme di vita, il fatto che non si possa ricostruire l’intera catena di passaggi tra una specie e l’altra attraverso la documentazione fossile non è affatto un argomento conclusivo a favore dell’una o dell’altra teoria: dimostra semplicemente che allo stato attuale non abbiamo ancora il quadro completo del percorso evolutivo. Come scrisse il biologo russo Oparin nel 1924, “quel che non sappiamo oggi lo sapremo domani”. Parlando di reperti fossili, peraltro, non mi è chiaro come il creazionismo spieghi l’assenza di fossili di organismi attualmente esistenti: se i gatti sono stati creati insieme a tutte le altre specie oggi esistenti e non sono l’evoluzione di specie estinte, come mai non ci sono fossili di gatto?

Più interessante è invece la questione circa la natura del processo evolutivo. Darwin sosteneva effettivamente un’idea dell’evoluzione come processo ininterrotto di cambiamenti graduali. Quest’idea certo non consente di spiegare in modo convincente fenomeni come l’Esplosione Cambriana, ossia la comparsa improvvisa di praticamente tutti i moderni grandi phila nell’arco di “soli” 100 milioni di anni durante il periodo Cambriano (circa 500 milioni di anni fa). Ma altrettanto si può dire dell’idea che per motivi misteriosi sia stata la mano di un Creatore intelligente a operare “il miracolo”. Personalmente trovo più semplice e verosimile l’idea che anche l’evoluzione delle specie, così come del resto la maggior parte dei processi naturali e sociali, si sia svolta non secondo una linea retta bensì attraverso brevi e improvvisi “salti” intervallati da lunghi periodi di relativa stabilità. Nelle parole di Stephen Jay Gould, “non ci troviamo di fronte a una storia di progressi imponenti, ma a un mondo punteggiato da periodi di estinzioni di massa e di improvvisa comparsa di specie inframezzati da lunghe fasi di relativa tranquillità” (S.J. Gould, Questa idea della vita, 1984).

“Che dire dell’evoluzione dell’uomo?” – così è intitolato l’ultimo paragrafo dell’opuscolo, a mio parere il più lacunoso dal momento che si limita a sollevare deboli obiezioni su aspetti del tutto secondari della questione (la pubblicità data dai mass media alle scoperte di presunti “anelli mancanti” o il modo in cui gli “uomini-scimmia” vengono raffigurati) senza portare alcun argomento in favore della teoria creazionista. Questo perché il creazionismo non ha alcun fondamento scientifico ed è smentito proprio dall’evidenza sperimentale (nonostante l’opinione di H.S. Lipson…)

Il processo di differenziazione di alcuni gruppi di scimmie e la loro evoluzione nella direzione della specie umana può invece essere spiegato soltanto alla luce dei concetti di necessità e di interazione dialettica tra molteplici fattori ambientali e genetici. La ricostruzione che personalmente trovo più convincente è quella per cui cambiamenti climatici (accertati) che portarono all’impoverimento delle foreste e all’espansione della savana spinse alcuni gruppi di scimmie ad abbandonare le foreste alla ricerca di cibo; nella savana, la postura eretta divenne una necessità per consentire a questi primi ominidi di muoversi liberamente e procurarsi il nutrimento: da un lato, la testa doveva essere necessariamente in posizione più elevata rispetto al corpo per individuare la presenza di predatori; dall’altro le limitate risorse alimentari che già avevano spinto gli ominidi fuori dalla foresta determinavano la necessità di raccogliere il cibo e trasportarlo: si ebbe così lo sviluppo della mano. Il bipedismo, con la conseguente liberazione delle mani dalle funzioni di locomozione, è alla base dell’evoluzione della specie umana: lo sviluppo della mano consentì il suo utilizzo per la fabbricazione di utensili via via più complessi, con la produzione di attrezzi iniziò una divisione del lavoro e l’organizzazione di una società elementare, l’organizzazione portò con sé la necessità di un linguaggio, etc..

Naturalmente la questione è estremamente complessa e per ovvi motivi non è possibile affrontarla qui che per sommi capi. Anche questi brevi cenni però mi paiono sufficienti a smentire la necessità di postulare l’esistenza di un Creatore intelligente che sostituisca (o anche soltanto “guidi”) i processi evolutivi. Insomma, è davvero irragionevole credere che dietro alla vita sulla Terra e alla nostra stessa esistenza ci sia una qualche divinità.

Sperando che le mie osservazioni possano risultare interessanti e siano spunto per ulteriori riflessioni, la saluto cordialmente.

Alessandro Villari

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3 comments

  1. Ho avuto un’idea… perche’ non ci rechiamo a casa dei testimoni di Geova ad un orario abbastanza fastidioso… tipo alle 11 di sera del sabato, cosi per compensare il fastidio della sveglia alle 9 del mattino di domenica, e portiamo la parola dell’evoluzionismo.

    Suoniamo e alla domanda “chi e’?” potremmo rispondere… “siamo i testimoni dell’evoluzionismo veniamo per portarvi fuori dal medioevo”

  2. Se permetti ti faccio un paio di osservazioni che ti saranno sicuramente molto utili:

    L’uomo non discende dalle scimmie! Sorpresa! L’ uomo (Homo sapiens) discende dal genere Homo e prima dal genere Australopiteco. Le scimmie sono primati moderni ns. cugine evolutive. Il termine scimmia infatti è un termine colloquiale e non biologico.

    Gould ,l’esplosione cambriana, e l’equilibrio punteggiato: La sintesi moderna dell’ evoluzione incorpora la teoria di Gould. Infatti il gradualismo è stato rivisto come concetto, oggi sappiamo che l’evoluzione può avvenire a gradi, velocemente o anche non avvenire. Quindi non c’è un tempo preciso in cui un organismo si deve evolvere. La cosa fondamentale è che la prole assomigli in modo sostanziale ai genitori.

    La citazione di Lipson: Lipson è morto nel 1991 la sua area di specializzazione era ottica. Ma vediamo cosa scrisse veramente è cosa si è dimenticato di citare (chissà perche):

    “If living matter is not, then, caused by the interplay of atoms, natural forces and radiation, how has it come into being? I think, however, that we must go further than this and admit that the only acceptable explanation is creation. I know that this is anathema to physicists, as indeed it is to me, but we must not reject a theory that we do not like if the experimental evidence supports it…. Several people have given clear indications that they do not understand Darwin’s theory……. The Theory does not merely say that species have slowly evolved: that is obvious from the fossil record.”(H.J. Lipson, F.R.S. Professor of Physics, University of Manchester, UK, “A physicist looks at evolution” Physics Bulletin, 1980, vol 31, p. 138 /330)
    Un analisi attenta ci indica che Lipson parlava di tutt’altra cosa: un caso ipotetico in cui la biologia non abbia i fondamenti nella fisica ..la citazione completa riporta che egli considera l’evoluzione un fatto.

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