
Quella di Morosini è una delle oltre 100 morti sul lavoro avvenute quest’anno in Italia: tra gli ultimi, il giorno prima del calciatore ha perso la vita un operaio schiacciato da una scavatrice in provincia di Bari. Ma è davvero difficile tenere il conto. Molte di queste tragedie sarebbero evitate se i controlli pubblici sulla sicurezza fossero aumentati invece che impoveriti e se venissero imposti (e fatti rispettare) limiti stringenti ai ritmi di lavoro, in tutti i settori.
Se ciascuna di queste morti avesse la stessa visibilità di quella del calciatore, stampa e televisione non dovrebbero parlare d’altro; se ogni volta le associazioni di categoria sospendessero le attività del settore, il Paese sarebbe costantemente fermo. Se i responsabili di questo massacro fossero sempre sotto i riflettori, esposti al biasimo collettivo e soprattutto a sanzioni davvero efficaci, forse incidenti sul lavoro come quello che ha colpito il povero Morosini sarebbero davvero eventi eccezionali, e non cronaca quotidiana.