Disgustorama – vol. 1: sentirsi un piccione a Pavia

NO piccioniIn questi giorni di argomenti per scrivere post scandalizzati e disgustati c’è solo l’imbarazzo della scelta. Peccato che il tempo sia poco: ne scelgo due quasi a campione, dalle cronache locali e nazionali.

Lì per lì, quando martedì mattina al bar in piazza ho letto sulla Provincia Pavese della pubblicazione del “Nuovo Regolamento di Polizia Urbana per il Decoro e la Sicurezza dei Cittadini” non ho prestato molta attenzione. Era un giorno di vacanza, e nei giorni di vacanza uno vuole svagarsi e svaccarsi al sole, non farsi salire lo sbocco. Poi però, su segnalazione di Anna, ho recuperato qui il testo completo del provvedimento, e non posso fare a meno di commentarlo.

Perché è un vero capolavoro di idiozia solo apparentemente involontaria, ma che in realtà cela un disegno tutt’altro che stupido e molto preoccupante.

Certo, quando uno legge (art. 44) che è “vietato *domare* (sic!!) animali sul suolo pubblico“, non può fare a meno di sorridere. Se poi prosegue e trova scritto (art. 66) che è pure proibito “l’uso di pattini o simili e di *trampoli*”, si immagina la scena (il vigile dal basso in alto che consegna la multa al trampoliere) e comincia a sghignazzare. Il riso diventa irrefrenabile se si accorge che nello stesso articolo è vietato perfino “lanciare palle di neve“. E ce n’è pure per i piccioni, quegli infidi scacazzatori (art. 41): “il Sindaco può disporre l’adozione di idonei provvedimenti atti ad allontanare o limitare la popolazione dei piccioni“!

Poi, leggendo meglio, comincia a notare le seccature. È vietato “incatenare o fissare alla segnaletica ed agli impianti stradali o di arredo urbano i velocipedi“: quindi se in stazione lego la bici al cartello davanti all’Hotel Moderno posso beccarmi fino a 500 € di multa? (sì, lo so, è una sanzione amministrativa, non una multa). E me la lasciano attaccata al sellino?

E ancora, è vietato (art. 18) “scuotere, spolverare e battere sul suolo pubblico dai balconi e dalle finestre prospicienti le vie e le piazze pubbliche, tappeti, stuoie, stracci, panni, materassi, biancheria o altro“. “Tali operazioni si potranno compiere esclusivamente tra le ore 9.00 e le ore 11.00 puché in modo da non recare molestia al vicinato e ai passanti“. Bene, dovrò chiedere al mio Capo il permesso di arrivare in studio alle dieci e mezzo ogni volta che vorrò rifare il letto e battere fuori il cuscino la mattina… oppure di pagarmi ogni giorno fino a 300 € per la contravvenzione.

Sbollito il fastidio, continuiamo a leggere: c’è di più, e di più inquietante.

Art. 68 – Cortei, cerimonie, riunioni e manifestazioni: “L’avviso al Sindaco dovrà essere dato almeno trenta giorni prima per le manifestazioni che comportino provvedimenti relativi alla viabilità in genere e che per il loro svolgimento implichino limiti o divieti alla circolazione”.

In pratica, tutti i cortei organizzati a Pavia negli ultimi dieci anni sono stati illegali, a partire da quelli in risposta a violenze fasciste, spesso organizzati in 48 ore e utili soltanto se immediati. La prossima volta che un ragazzo in kefia verrà picchiato, o la vetrina di Khaled sarà infranta, per una manifestazione di protesta si dovrà aspettare un mese.

Art. 15 – Affissioni, manifesti e scritte su patrimonio pubblico e privato a tutela del decoro urbano: “Distribuire manifesti, opuscoli, foglietti ed altro materiale pubblicitario, informativo o divulgativo in genere fatto salvo i casi in cui vi è stata esplicita autorizzazione da parte dei competenti uffici comunali”

Bisogna chiedere il permesso per fare un volantinaggio?? Pare di sì. Poi ci diranno che nell’applicazione di queste norme saranno flessibili e useranno il buon senso. Ma intanto ci sono, stanno scritte in un regolamento a cui il futuro sindaco di Pavia dovrà dare attuazione, e il giorno in cui vorranno stringere la vite avranno lo strumento giuridico per farlo. Non mi piace.

E non mi piace neppure l’art. 17 – Comportamenti contrari alla decenza ed al decoro urbano. Tra l’altro, è vietato “consumare alimenti e bevande occupando le piazze, i portici, gli edifici pubblici o le soglie degli stessi, di luoghi di culto, d’abitazione private e qualunque spazio o area pubblica assumendo comportamenti non consoni ai luoghi“. E quali sono i comportamenti consoni? Chi lo decide? Come? A me somiglia tanto alle famigerate “ordinanze anti-bivacco” dell’ex sindaco Capitelli, uscite dalla porta grazie a un mese di contestazioni lo scorso autunno e rientrate quatte quatte dalla finestra.

E infatti, tanto per non farci mancare niente, ecco pure la norma contro i locali del centro storico: art. 51 – Pubblici esercizi ed avventori: “I titolari d’autorizzazione per pubblici esercizi … hanno l’obbligo di vigilare affinché all’uscita dei locali, nelle pertinenze e nelle immediate adiacenze di questi, i frequentatori evitino comportamenti dai quali possa derivare pregiudizio alla quiete pubblica e privata“. “… Il Sindaco può disporre la revoca dell’autorizzazione per il tempo necessario all’accertamento e la verifica delle misure idonee ad assicurae il giusto contemperamento tra le esigenze dell’attività dell’esercizio e la tutela della salute pubblica“. “La presente disposizione si applica anche ai fenomeni di disturbo che, sia pur non imputabili alla gestione dell’esercizio, sono direttamente riconducibili all’attività stessa“.

Che poi è esattamente ciò che ha fatto in passato la Capitelli per limitare le attività di Sottovento e Radio Aut, provocando alla fine la chiusura del circolo ARCI. Insomma, al di là delle norme ridicole e nemmeno concretamente applicabili, il piano è evidente, ed è un altro passo verso la trasformazione di Pavia in Gerontopoli: un posto in cui sia impossibile ogni forma di vita o iniziativa sociale al di fuori dei regolamenti istituzionali. Non mi piace questa Pavia, e per quanto mi riguarda farò di tutto per evitare che, invece di prendersela con i piccioni, nel prossimo Regolamento di Polizia Urbana sia scritto:

“IL SINDACO PUÒ DISPORRE L’ADOZIONE DI IDONEI PROVVEDIMENTI ATTI AD ALLONTANARE O LIMITARE LA POPOLAZIONE DEGLI UMANI IN AMBITO URBANO”.

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