Libri da quarantena: I morti siete voi

Non ho ancora avuto la fortuna di conoscere di persona Luca Cangianti, che ho apprezzato moltissimo anni fa come autore del romanzo Sangue e plusvalore e stimo parecchio anche per la sua attività di redattore su Carmillaonline.

Il suo secondo romanzo, I morti siete voi, è stato l’ultimo libro che ho acquistato in formato cartaceo pochi giorni prima che iniziasse l’isolamento, e anche il primo da cui ho scelto di essere accompagnato nel mio soggiorno domestico forzato: un’ottima scelta.

Roma, 8 settembre 1943. Dopo l’annuncio dell’armistizio con gli Alleati, i nazisti in ritirata dal meridione occupano la città che governeranno insieme ai fascisti fino al giugno successivo. Nel caos generato dalla disorganizzazione dello stato maggiore, il genovese Vittorio, come molti altri ufficiali del regio esercito, si spoglia della divisa e raggiunge alla Garbatella il fratello Pietro, l’unica altra persona che conosce in città. Non senza esitazioni e sempre mantenendo un certo scetticismo, si unisce all’organizzazione partigiana in cui milita il fratello: il Movimento comunista (conosciuto anche come Bandiera Rossa, dal nome del suo giornale).

Durante un’azione, per caso, avviene una scoperta terrificante. Uno scienziato fascista sta ultimando un’arma segreta destinata a cambiare le sorti dell’intero conflitto mondiale: un raggio in grado di mutare gli esseri umani in mostri antropofagi e le loro vittime in morti viventi. Fermarlo è questione di vita o di morte, per l’intero genere umano.

Genova, luglio 2001. In occasione del G8, centinaia di migliaia di persone occupano per giorni le strade e le piazze della città, dopo una preparazione di mesi da parte di centinaia di organizzazioni, ciascuna con la sua sensibilità, e dopo mesi di campagna mediatica sul rischio di infiltrazioni terroristiche e la necessità di mantenere l’ordine a ogni costo. Tra i manifestanti c’è Valeria, che proprio in quei giorni conoscerà il prozio tornato dal Brasile. Il 20 luglio, mentre si scatena l’inferno, ricompaiono fantasmi di un passato che si credeva sepolto…

Se avete l’impressione che il romanzo che sto descrivendo sia una sorta di Roma città aperta in salsa zombie (una storia che comunque secondo me varrebbe la pena di raccontare), sulla falsariga del filone reso celebre da Abramo Lincoln cacciatore di vampiri, allora sto rendendo un cattivo servizio a Luca e alla sua opera. I morti siete voi infatti è un’opera decisamente più complessa e più seria, ma non per questo meno godibile nei suoi riferimenti pop.

La ricca bibliografia in calce al volume è un indizio dell’accuratezza della ricostruzione storica che non è solo sfondo, ma costituisce parte essenziale della vicenda. Al centro è il tema della Resistenza, raccontata abbandonando tutto l’armamentario istituzionale patriottico dell’unità nazionale, e affrontando invece proprio le divisioni e le contraddizioni più laceranti: in particolare quella tra le aspirazioni rivoluzionarie della base comunista e la rigida disciplina del Partito comunista “ufficiale”, che quelle aspirazioni avrebbe consapevolmente deluso.

Il riferimento letterario più vicino, allora, sono probabilmente i romanzi storici di Valerio Evangelisti, che temi analoghi ha ambientato in terra romagnola nel terzo capitolo della trilogia Il sole dell’avvenire, mentre nel suo ultimo 1849 I guerrieri della libertà ha proprio descritto gli antenati dei partigiani di Luca Cangianti: un’umanità variegata fatta da bottegai, ladruncoli, ragazze e ragazzi allergici alla disciplina.

Vittorio è il punto di vista ideale per raccontare queste contraddizioni. Nonostante la sua crescente simpatia per i militanti di Bandiera Rossa, non diventa mai davvero organico al gruppo e, pur consentendoci di ammirarne l’eroismo, ci mostra anche i limiti insolubili dell’organizzazione, legati alla sua enorme confusione teorica. Non possiamo non simpatizzare per questi partigiani sgangherati e per le loro aspirazioni rivoluzionarie, specialmente confrontandole con le parole d’ordine del Partito Comunista: cautela, unità nazionale, compromesso con i partiti borghesi e con gli Alleati. Eppure, nonostante Bandiera Rossa esprima il sentimento maggioritario tra i “comunisti della Capitale”, la sua organizzazione si sgretolerà nel giro di poche settimane proprio di fronte al PCI. La scena cardine per comprendere le ragioni del suo fallimento è quella in cui alcuni dei protagonisti si infiltrano a un comizio di Togliatti al Teatro Brancaccio con lo scopo di fischiare il leader del PCI, ma finiranno per applaudire “non solo il segretario di un partito che li considerava ‘delinquenti’, ‘trotskisti’ e ‘oggettivamente collusi con il nazifascismo’, ma soprattutto affermazioni che avevano sempre contestato: la collaborazione con i monarchici e i partiti borghesi, il considerare, la lotta di liberazione una questione nazionale e non parte del processo rivoluzionario“. Senza chiarificazione teorica, gli sbandamenti organizzativi erano (e sono) inevitabili.

Sempre come nei romanzi di Evangelisti (ma gli altri romanzi, quelli del filone di Eymerich), anche qui è ben riuscita sia la commistione dei piani temporali, 1943-’44 e 2001, sia la commistione di generi, storico e fantastico.

E qui parliamo degli zombie (per semplificare, in realtà sono creature un po’ più complicate di così). Siamo abituati, nella letteratura e soprattutto nel cinema, a due generi di morti viventi: da un lato quelli che rappresentano una metafora della classe sfruttata e depredata, in nome del profitto di pochi, della sua stessa umanità – è il caso dei film di Romero, per fare l’esempio più illustre; dall’altro, invece i mostri senza cervello creati dal malvagio di turno per i suoi biechi interessi, creature senza alcuna profondità che servono solo come palline nel pallottoliere delle uccisioni del protagonista: come in Resident Evil, per citarne uno fra mille. La differenza la fa anche il punto di vista: nel primo caso, al netto dell’eroe umano che non può mancare, lo spettatore è chiamato a empatizzare con i morti viventi; nel secondo, invece, il punto di vista è solo e soltanto quello del protagonista umano che deve salvare il mondo. Appartiene a questo secondo genere lo specifico filone degli zombie creati dai nazisti per vincere la guerra (come nei videogiochi della serie Wolfenstein).

Apparentemente gli zombie di Luca Cangianti si inseriscono a pieno titolo proprio in questo filone: li vediamo fin dalla prima pagina in camicia nera, e scopriamo ben presto che provengono proprio dal laboratorio segreto di uno scienziato fascista. Ma è qui il capolavoro dell’autore, che conduce il lettore in un ribaltamento della prospettiva sorprendente, fino al grande e sorprendente finale in cui si troverà a gridare, con i protagonisti, I morti siete voi!

Dimenticavo: le librerie sono chiuse e francamente trovo sbagliato far muovere dei corrieri, ma il libro si trova anche in formato digitale (ad esempio qui).

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