Al servizio segreto del Drago

Dungeon Bazar

Dopo innumerevoli giorni di cammino, superate le Montagne Macilente e attraversate le Pianure Putridone, guadato il Fiume Flatulento e disceso il corso del Torrente Tormentoso, l’Eroe giunse finalmente davanti alla grotta del Drago. Non era per la favolosa ricompensa che si era imbarcato in quest’impresa, né per ottenere i favori della Principessa Pretenziosa, ma per onorare il codice degli eroi senza macchia e senza paura. E senza armi, a quanto pareva: quelle che si era portato dietro alla partenza dal Villaggio Voncione erano tutte così malconce che non sarebbero servite a nulla: occorreva procurarsene delle altre. Fortuna che, proprio a due passi della grotta, sorgesse un variopinto bazar: lì l’Eroe avrebbe trovato senz’altro ciò che faceva al caso suo! Già un mercante lo invitava a esaminare le sue armature, un altro ad assaggiare pozioni, chi a imparare incantamenti, e indossare amuleti. Dopo nemmeno un’ora, l’Eroe si fece coraggio e varcò l’ingresso della caverna: non aveva più nemmeno un soldo, ma portava calzari di lana contro il freddo, arco e frecce con la punta a ventosa, una fialetta puzzolente e un librone di magie; aveva trovato anche un valido, ancorché poco mobile, assistente e compagno di avventura: una temibile pianta carnivora nana.

Purtroppo non fece mai ritorno dal dungeon.

E meno male! – commentò il mercante mentre con una torcia illuminava la profondità della caverna per consentire ai suoi goblin di raccogliere le armi appartenute a uno dei tanti Eroi entrati per sconfiggere il drago e finiti arrosto – A chi le vendiamo la nostra roba, se il drago crepa?

Si affrettò a tornare in superficie con la refurtiva, giusto in tempo prima che un nuovo Eroe imboccasse la via del mercato.

*   *   *

Ecco, in sintesi, il concetto di un gioco che potrebbe essere stato concepito da Gianni Rodari: si chiama Dungeon Bazar ed è prodotto dalla Cranio Creations. L’ho regalato per Natale fidandomi del consiglio di un commesso ai Giochi dei grandi, e la scelta si è rivelata assolutamente azzeccata. Fantasioso, cinico al punto giusto (ma in effetti non è che una metafora di certe dinamiche del capitalismo più marcio: non funzionano così anche molti appalti?), il sistema di gioco è fatto apposta per creare un effetto apparentemente caotico esilarante, tra piani andati in fumo e colpi di scena. La semplicità delle regole (non della strategia!) e il tempo di gioco – meno di un’ora – lo rendono perfetto anche per giocatori occasionali e non incalliti. Le illustrazioni e le chiose al regolamento sono la ciliegina sulla torta.

Se cercate un gioco in scatola originale e divertente da provare o regalare, l’avete trovato.

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