Inception: bravo, furbo o intelligente?

“Bravo, furbo o intelligente?” chiedeva il vecchietto calabrese nella meravigliosa trattoria dove ho pranzato sabato, prima di farci un giochetto.

Non ho capito se sia anche bravo e intelligente, ma di sicuro Inception è un film furbo. Lo dimostrano oltre sessanta mail, anche molto accese, nella mailing list eymerichiana, e l’oretta trascorsa tra ieri e oggi a interrogarmi e interrogare gli amici sul senso ultimo dell’opera.

Alla fine, l’impressione che mi rimane è di un film discreto che avrebbe potuto essere un gran bel film con un poco di impegno in più.

Seguono SPOILER. Io vi ho avvisati.

Leonardo Di Caprio è il signor Cobb, esperto nell’arte ovviamente illegale di estrarre informazioni dalla mente altrui inserendosi in sogni creati ad hoc. Dal potentissimo imprenditore giapponese Saito – il suo ultimo bersaglio fallito per poco – riceve l’incarico di innestare un’idea bizzarra nella mente del giovane erede della multinazionale concorrente, per indebolirla. La missione è apparentemente quasi impossibile, e Cobb si lascia convincere soltanto dalla promessa che, in caso di successo, gli sarà possibile finalmente rivedere i suoi figli.

Da qui in poi il film è una specie di Ocean’s Eleven meno brillante ma senz’altro suggestivo: al posto del caveau del casinò c’è il cervello del riccone. Si tratta a questo punto di comporre una squadra in grado di costruire tre (o quattro?) diversi livelli di sogno: il sogno di un sogno di un sogno… di un sogno. In tutto ciò si intreccia il passato (e l’inconscio) del protagonista, perseguitato dal ricordo e dal rimorso della moglie morta e dall’impossibilità di rivedere i figli: uno così in un “colpo” serio dovrebbe essere escluso da ogni missione che si rispetti, invece ne è l’ideatore.

Preparati i preparativi, comincia l’operazione: un gioco a incastri godibile anche se a tratti un po’ lento (in uno di quei tratti mi sono abbioccato). Il colpo riesce – o forse no? L’inquadratura finale rimette tutto in discussione: “è stato tutto un sogno”?

Due i difetti principali, che davvero secondo me erano evitabili senza troppo sforzo. Da un lato, la totale piattezza di tutti i personaggi a parte Cobb: al posto degli attori avrebbero potuto tranquillamente utilizzare delle sagome di cartone e il povero Michael Caine (il padre di Cobb) è soltanto un ornamento per le locandine. Dall’altro, sono davvero troppe le incongruenze. Si sarebbe tentati, volendo difendere il film, di rispondere che “è un sogno”. Senonché l’incongruenza più fastidiosa è proprio che non si capisce perché alcune cose sono comunque proibite mentre altre non lo sono. Citando il geniale commento di Giuseppe Zironi, “E la comparsa improvvisa di arma spara granate? Perché non un drago con il morbillo, come ha fatto Maga Magò?”

Insomma, peccato. Di certo ho visto di peggio e anche di molto peggio *, ma ogni tanto mi piacerebbe pure vedere qualcosa di meglio.

* A proposito di molto peggio: ho visto al cinema Somewhere di Sofia Coppola, fresca vincitrice del Leone d’Oro a Venezia. È talmente insulso che non ho neppure voglia di commentarlo. Se questi sono i risultati di Tarantino presidente della giuria, ha ragione Bondi che vuole farlo fuori.

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4 comments

  1. Ti riposrto una discussione sulla questione drago col morbillo, che mi ero posta anche io più che altro a livello estetico perchè tutte quelle sparatorie oltre a non essere il punto forte di Nolan mi annoiavano un pò (specie nella neve.. ma nell’ipotesi che sia tutto un meta-sogno ci ironizza Nolan stesso attraverso il commento di Fischer).

    -Il dialogo in cui si sente la seguente frase: “Il suo inconscio, per proteggersi, si è militarizzato” è uno dei momenti in cui il film sprofonda nel ridicolo involontario. Cavolo, si parla di sogni e subconscio e Nolan non riesce a concepire qualcosa di meglio dall’inserire gente che spara. Nel plot, comunque, è spiegato che la vittima del sogno controllato popola una mappa non sua, e quindi le varie modifiche allo scenario sono apportabili solo dal proprietario di quella visione, che ha tutto l’interesse a mantenere un aspetto realistico, per non essere scoperto.

    -popola una mappa non sua ok; ma gli omini che sparano quindi da chi sono controllati? immagino dal suboconscio della vittima. e quindi rimane la domanda: non riesce ad immaginare qualcosa di più efficace?

    -Possibile, ma anche no.
    Tu immagini di poterti proteggere dai tuoi incubi evocando elementali della terra o robot stellari? Non ne sono sicuro.
    O forse immagini invece di poterti armare o di diventare molto forte con qualche arte marziale? Più probabile, non trovi?
    Soprattutto se abiti negli States in cui la sicurezza ti butta fuori da qualsiasi posto in cui tu non sia desiderato o dove se sei ricco hai il tuo esercito di guardie del corpo. E’ più nel vissuto dei personaggi che popolano Inception, non trovi?

  2. Perché idiota? Alla fine è la cosa che conta di più di un film, se è piaciuto o no. Personalmente mi sono passato un paio d’ore di intrattenimento piacevole, ma non mi pare il caso di gridare al capolavoro come pure da più parti ho sentito.

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