Morti di Reggio Emilia

È passato mezzo secolo esatto, ma le cose non sono migliorate: o meglio sono peggiorate di nuovo dopo che lotte come quella eroica della classe lavoratrice nell’estate del 1960 avevano ricacciato indietro la marea montante della reazione.
Ma i diritti non vanno soltanto conquistati, vanno anche difesi. E, di centrosinistra in centrosinistra, con una sinistra sempre più annacquata fino a diventare praticamente trasparente, i lavoratori sono stati gradualmente disarmati e resi impotenti di fronte agli attacchi del padronato e di una destra sempre più nera. Repressione e violenza sono la cifra politica di questo Governo privo di opposizione parlamentare.
Ieri, tanto per festeggiare la ricorrenza del massacro di Reggio Emilia del 1960, la polizia ha preso a manganellate i cittadini aquilani che manifestavano per avere un trattamento più umano da un Governo che finora non ha fatto altro che raccontare balle sulla loro pelle per farsi un po’ di pubblicità.
Oggi non c’è più Tambroni, ma di fascisti è pieno il governo e sono piene le città. Ripartiamo dalle lotte, Pomigliano è un esempio e speriamo non resti isolato.
Morti di Reggio Emilia, aiutateci a uscire noi dalla fossa che decenni di compromessi hanno scavato!

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