Ancora sulla LASME 2 di Melfi

Presidio LASMEUn altro mese è trascorso, il presidio rimane davanti ai cancelli, la resistenza dei lavoratori della LASME 2 di S. Nicola di Melfi sta portando a qualche risultato.

Cronologia dell’ultimo mese:

– La proposta indecente del padrone (mantenimento del posto per 35 dipendenti su 174, dislocazione della produzione – fortemente ridotta – in un altro capannone in modo da consentire ai Pellegri di vendere lo stabilimento) viene rifiutata dall’assemblea dei lavoratori, che organizzano il 28 settembre una manifestazione davanti ai cancelli della FIAT SATA  di Melfi (principale committente di LASME).

– Il Presidente della Repubblica, in visita dall’1 al 3 ottobre in Basilicata, bofonchia qualche parola sulla faccenda, ma non si capisce bene che cosa dica e comunque non serve a niente.

– La settimana successiva il Ministero del Lavoro propone che la proprietà chieda la Cassa Integrazione Straordinaria (CIGS) e si impegni a mantenere una parte significativa della produzione nel medesimo stabilimento di S. Nicola di Melfi, dove i lavoratori si alternerebbero a rotazione. Il tutto con il sostegno economico della Regione Basilicata (che già a suo tempo aveva lautamente incentivato l’apertura dello stabilimento originale).

– L’assemblea dei lavoratori il 5 ottobre decide che la proposta è insufficiente, che occorrono soprattutto maggiori garanzie sul tipo di produzione che verrà mantenuta a Melfi, per evitare che la situazione si ripresenti non appena FIAT cesserà di produrre veicoli già in via di esaurimento.

– Il 12 ottobre nel corso di un nuovo incontro a Roma viene avanzata una nuova proposta, che prevede la CIGS per cessazione dell’attività e la ricollocazione di almeno 75 operai in una nuova società da costituire sempre a Melfi, e la predisposizione di un tavolo con la Regione Basilicata per il reinserimento occupazionale del restante centinaio di lavoratori. Nonostante il cauto ottimismo di UIL e UGL, che parlano di “ulteriori passi in avanti”, i lavoratori sentono puzza di fregatura.

– Il giorno 14 ottobre, i lavoratori della LASME prendono posizione dichiarando insufficiente la proposta. Chiedono un trattamento omogeneo per tutti i dipendenti, e in particolare “di adottare la cassa integrazione straordinaria per crisi con relativa rotazione tra i 174 lavoratori, un piano di reindustrializzazione con il coinvolgimento della Fiat e la ripresa della produzione delle commesse Fiat nello stabilimento Lasme 2 di Melfi“, e giustamente osservano come a oggi, anche a fronte dell’ultima proposta di accordo, i padroni della LASME non si impegnino a cacciare nemmeno un euro.

Insomma, la lotta prosegue, e, perlomeno da osservatore e cronista, questo sito è al suo fianco.

È interessante notare come la coscienza di questi lavoratori non riguardi più soltanto la loro condizione di sfruttati, ma anche la posizione di sfruttatori dei padroni: i Pellegri – si legge in uno dei comunicati sul sito del Presidio Lasme –  “intendono vendere l’ attuale stabilimento per intascare un pò di soldi, lo vendono a soli 12 milioni di euro. Ma con quali soldi è stato costruito questo capannone, ve lo siete mai chiesto? Bè la risposta è semplice, con i soldi della regione Basilicata, ora il fantomatico imprenditore è libero di venderlo e fare così un pò di soldi, FACILE FARE L’IMPRENDITORE COSI’.

Hanno proprio ragione, e non c’è altro da aggiungere. Alla prossima puntata.

 

P.S. Pierluigi Bersani ha vinto le primarie del PD. Come era noto da tempo, del resto. Questo fatto non cambierà di una virgola il destino dei lavoratori della LASME, così come quello di tutti gli altri lavoratori in lotta per il proprio posto di lavoro in questi mesi, né di quelli che il lavoro ormai l’hanno già perso.

Il PD non solo governa in Basilicata (come in molte altre regioni) ma vede tra i suoi maggiorenti, compresi alcuni schierati con Bersani (come Colaninno jr.), industriali piccoli medi e grandi che non esitano a comportarsi in modo analogo ai padroni della LASME.

Davanti a vicende come quella di Melfi – e ce ne sono centinaia oggi in Italia – sostenere come Bersani (e idem gli altri candidati) di poter sanare il conflitto tra imprenditori e lavoratori significa già fare il tifo per i padroni.

Chissenefrega di chi ha vinto le primarie del PD.

Condividete se vi piace!

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.