Watchmen! Chi sono i supereroi?

watchmenMentre aspetto l’inizio del secondo tempo di Chelsea-Liverpool (You’ll Never Walk Alone!!), dando un’occhiata agli ultimi post pubblicati, scopro che non ho scritto nulla sull’ultimo film che ho visto al cinema, ormai più di un mese fa: Watchmen!

Vale parlarne con tanto ritardo? Sì.

Quando ho deciso di andare a vederlo, mi aspettavo francamente la solita vaccata delle mie: il classico film di supereroi tratto da un fumetto a me sconosciuto. Già la panoramica della sala mi aveva insospettito: abituato a scenari semi-desertici, la presenza di più posti occupati che vuoti era un segno che qualcosa non andava.

A sviare i miei sospetti avevano pensato i trailer prima del film: il prequel di Star Trek, Transformers 2 e Fast and Furious – solo pezzi originali, in un rassicurante climax di ignoranza.

Ma pochi minuti sono bastati a deludere le mie aspettative. Non solo il film non è una vaccata, ma al contrario ha una trama complessa, personaggi ben costruiti e dalla personalità a tutto tondo. Supereroi che non hanno superpoteri ma tresche più o meno losche, buoni che sono in realtà soltanto miopi (anche letteralmente) o mossi da egoismo, mentre i “cattivi” saranno pure megalomani e un po’ stronzi, ma… beh, alla fine hanno ragione loro. Neppure un uomo radioattivo tutto blu che da solo sconfigge i Vietcong riesce a restituire un po’ di ridicolo a questo film che – non c’è modo di negarlo – è davvero ben fatto: caso più unico che raro, mi è venuta voglia di leggere il fumetto (di Alan Moore, lo stesso dell’ottimo V per Vendetta)!

Per completare l’opera, una colonna sonora favolosa e qualche battuta memorabile, come questa:

Dan il Gufo: – Erano bei tempi quelli. Che cosa ci è successo? –

Rorschach: – Tu hai mollato –

Insomma, una volta tanto sono inciampato in un film che mi sento di consigliare di vedere. Altro non scrivo, a questo punto, per evitare spoiler. Chelsea – Liverpool è finita 4-4. Aspetto con trepidazione che esca Transformers 2.

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7 comments

  1. Sì: secondo me è uno dei personaggi meglio riusciti del film – e presumo anche del fumetto. Ricorda vagamente il personaggio di Marvin in Sin City, anche se è meno divertente.

  2. Se analizzate i sette personaggi principali dei Watchmen noterete una stretta similitudine coi tarocchi.
    Alan Moore ha adottato alcuni archetipi dello stesso genere anche in V per Vendetta.
    Il linguaggio alchemico è particolarmente raffinato in Watchmen, come lo e’ stato anche per Matrix.
    Il nuovo filone sci-fi, abbandonata prima la fantascienza tecnologico-positivista degli anni 60 e 70, attraversate le fasi horror degli anni 80 e 90, sta attingendo a livelli più raffinati… peccato solo che ad Alan Moore piaccia troppo lo splatter, cui ricorre abbondantemente in Watchmen.
    Altri film memorabili? Il remake di Solaris. Chi l’ha visto?

  3. In psicometria ed in psicodiagnostica, le macchie di Rorschach, così chiamate dal nome del loro creatore Hermann Rorschach (1884-1922), sono la base di un noto strumento (reattivo o test di Rorschach) per l’indagine della personalità. È un test psicologico proiettivo.

  4. Se la “teoria del complotto” è il tema che muove il personaggio di Rorschach, quello che invece muove i fili del Dr. Manhattan è la filosofia del determinismo. Secondo Gregory J. Golda, l’«essere chiamato Dr. Manhattan vive la sua vita divenuta immortale con una percezione immutabile del tempo e degli eventi, diventando il simbolo stesso del determinismo». Potendo vedere contemporaneamente il presente, il passato e il futuro «egli conduce un’esistenza sotto questa illusione di determinismo, senza riuscire a vedere la presenza di un’intelligenza superiore che poteva anche superare un’entità ‘onnisciente’».[26] Ciò emerge spesso dalle sue parole, come quando cerca di spiegare alla seconda Spettro di Seta se stesso e il suo modo di percepire il mondo dicendo: «Laurie, siamo tutti burattini. Io sono solo un burattino che può vedere i fili».[27]
    La figura stessa di Dr. Manhattan è un riferimento diretto al determinismo e all’analogia dell’orologiaio che i deterministi sono soliti usare per descrivere Dio: Jon Osterman, che trasformandosi nel Dr. Manhattan diventerà una sorta di divinità, cresce proprio facendo l’orologiaio.[28]

  5. « Dobbiamo dunque considerare lo stato presente dell’universo come effetto del suo stato anteriore e come causa del suo stato futuro. Un’intelligenza che, per un dato istante, conoscesse tutte le forze da cui la natura è animata e la situazione rispettiva degli esseri che la compongono, se fosse abbastanza vasta da sottoporre questi dati ad analisi abbraccerebbe nella stessa formula i moti dei corpi più grandi dell’universo e quelli dell’atomo più leggero: per essa non ci sarebbe nulla d’incerto, ed il futuro come il passato sarebbe presente ai suoi occhi »
    (Laplace, Essai philosophique sur les probabilités, 1812)
    Il determinismo è la dottrina filosofica secondo la quale tutto ciò che esiste o accade (evento), comprese le conoscenze e le azioni umane, è determinato in modo causale da una catena ininterrotta di eventi avvenuti in precedenza. Le principali conseguenze di questa dottrina sono che il libero arbitrio è un’illusione, e che tutto quel che accadrà in futuro è predeterminato dalle condizioni iniziali. Il determinismo è associato alle teorie del materialismo, del meccanicismo e della causalità, sulle quali si appoggia. Alcuni dei filosofi che hanno trattato questo tema sono Democrito, Epicuro (341-270 a.C.), Lucrezio (97-55 a.C.), Omar Khayyam (1048-1131), Thomas Hobbes (1588-1679), Baruch Spinoza (1632-1677), David Hume (1711-1776), Paul Henri Thiry d’Holbach (1723-1789), Immanuel Kant (1724-1804), Pierre-Simon Laplace (1749-1827), Paul Vidal de la Blache (1845-1918) e, più di recente, John Searle (1932-vivente).

  6. con questo film hanno osato: poteva diventare una porchieria clamorosa oppure un film geniale. Sin son fermati un pelo prima della genialata ma rimane comunque una pellicola gradevolissima, non scontata e con personaggi a noi vicini nel loro essere supereroi ma tanto lontani nel loro anonimato con costumi talvolta goffi.

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