Hanno la faccia come il culo

E’ iniziato il mese scorso il processo nei confronti dei dirigenti di Thyssen-Krupp per il rogo del dicembre 2007 in cui persero la vita 7 operai. Ne ho scritto, qualche settimana fa, qui.

Nel frattempo, ci sono state altre udienze, e ha cominciato a delinearsi la strategia processuale degli imputati: limitare il rischio di eccessivi risarcimenti (è stata chiesta l’estromissione di molte parti civili), prendere tempo con sottigliezze formali (è stata avanzata un’eccezione di nullità del procedimento per la mancata traduzione di alcuni documenti), sperare che nel frattempo il governo cambi il Testo Unico sulla sicurezza nei luoghi di lavoro per non rischiare le sanzioni più gravi.

Proprio quel Testo Unico redatto dall’agonizzante governo Prodi sotto la pressione anche emotiva della tragedia di Torino, che in effetti qualcosina aveva cambiato, specialmente grazie alla previsione di sanzioni più aspre nei confronti dei datori di lavoro inadempienti.

Bene, quel Testo Unico il governo Berlusconi lo sta per davvero cambiando, svuotando di ogni effettività, per giunta con la connivenza di settori del sindacato (CISL e UIL, ovviamente). Come? Facle: diminuendo i controlli, affidati all’autocertificazione (!) delle imprese, e attenuando le sanzioni, a partire da quelle di carattere penale.

C’è una tragica ironia nelle giustificazioni fornite da Confindustria (e ampiamente accolte dal governo) per queste modifiche: “un sistema normativo che si affida al timore della sanzione e alla sua efficacia deterrente è, per definizione, perdente”, è scritto nella premessa all’Avviso comune (siglato anche da sindacati che ormai si possono tranquillamente definire padronali. Lo slogan della campagna tesseramento della CISL è: “La CISL unisce” – ma unisce chi?). Non hanno neppure la decenza di inventarsi un giro di parole, o che so, una supercazzola. Lo dicono proprio chiaro e tondo: “non ci rompete i coglioni, lasciate fare a noi e vedrete che tutto andrà bene”. Ma come? Quegli stessi che sono responsabili di 3 morti al giorno, 7 giorni alla settimana? Che quando, una volta su cento, vengono chiamati a rispondere delle loro inadempienze cercano di svicolare nei modi più squallidi? Chiedono insomma alle pecore di fidarsi del lupo!

Fortuna che, per adesso, al processo di Torino gli dice male: perlomeno la Corte d’assise ha sancito che i dirigenti tedeschi “conoscono l’italiano in maniera idonea e sufficiente”.

Davvero però, ciò che mi stupisce in occasioni come queste non è la malafede degli aguzzini, ma la buonafede con cui c’è ancora qualcuno, nella Sinistra, sinceramente convinto che sia sufficiente porre la “questione etica” per riformare il capitalismo: che significherebbe in soldoni convincere tutti gli industriali a rinunciare a una quota di profitto per far vivere decentemente i loro dipendenti, alzando i salari e spendendo di più per le misure di sicurezza.

Per me si fa prima con la rivoluzione.

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