Son tornati nelle fogne…

Via da Pavia!E’ con enorme soddisfazione che annuncio, ai pochi che ancora non lo sanno, che dopo le vicende di cui si è già parlato, la sede di Forza Nuova in Borgo Ticino ha chiuso i battenti. Per sempre. Pare siano stati loro stessi a prendere la decisione, per prevenire probabili provvedimenti della magistratura che però, stando alla Provincia Pavese, arriveranno lo stesso.

La notizia è di quelle da festeggiare, e infatti l’abbiamo abbondantemente festeggiata.

Sull’onda emotiva della faccenda, ho anche spedito una lettera alla Gazzetta dello Sport sul tema, traendo spunto dagli episodi di fascismo accaduti in occasione della partita Bulgaria – Italia di calcio, un paio di settimane fa. Siccome non me la pubblicano loro, me la pubblico da solo, qui sotto:

Spettabile Redazione,
condivido la fermezza con cui la Gazzetta dello Sport ha condannato gli episodi di vera e propria apologia di fascismo che si sono verificati sugli spalti di Bulgaria – Italia: non si possono derubricare a semplici “ragazzate”, né tantomeno ci si può limitare a girare la testa dall’altra parte e far finta che nulla sia successo.
Non credo però che la soluzione al problema possa essere un generico appello a “separare la politica dallo sport”: lo sport è un aspetto della società, e non si può impedire che rifletta in un modo o nell’altro anche l’ambiente politico. In una società migliore della nostra, vedremmo nelle curve striscioni inneggianti alla pace e alla solidarietà tra gli esseri umani, e non ci sarebbe assolutamente nulla di male, anzi!
A essere preoccupante è piuttosto che, di tutte le possibili idee politiche, proprio quella fascista faccia sempre più spesso la propria comparsa negli stadi: è il segno di una deriva più generale, che va combattuta senza esitazioni, così come va combattuta la tendenza a “normalizzare” l’esperienza del fascismo (scrivo questa lettera, tra l’altro, il giorno dopo che nella mia città un gruppo di “militanti” che si richiamano al fascismo ha aggredito con mazze e spranghe alcuni giovani che passavano davanti alla loro sede!).
Per questo motivo, ho trovato decisamente inopportuna – e anche un po’ sorprendente, considerata la grande stima che nutro verso la redazione di questo giornale – la scelta di riportare, all’interno dell’intervista al portiere del Milan Abbiati su Sportweek di poche settimane fa, anche i passaggi in cui esplicitamente il calciatore diceva di fare propri certi valori del fascismo, o frasi come “basta considerare il fascismo come un tabù”.
Non contesto il fatto che un calciatore possa avere idee politiche che pure non dovrebbero avere cittadinanza nel nostro Paese, nato dalla Resistenza proprio contro quelle idee, ma non vedo davvero il motivo per cui il giornale più letto d’Italia debba dare pubblicità a questo tipo di esternazioni, che, come è stato più volte ripetuto in questi giorni, nulla hanno a che vedere con lo sport. Mi pare una scelta un po’ contraddittoria rispetto alle prese di posizione successive agli episodi di Sofia, e mi auguro che non venga ripetuta in futuro.
Cordiali saluti
Alessandro Villari – Pavia

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